venerdì 1 luglio 2011

Impressioni

Due settimane or sono ho partecipato alla Conferenza Nazionale per il Lavoro a Genova e sabato scorso alla Conferenza Nazionale delle Donne a Roma: in entrambe come Delegata, ma ovviamente osservavo la prima (ed ascoltavo gli interventi) con l'ottica di chi appartiene alla Conferenza delle Donne Democratiche, e specificatamente con l'ottica di chi è madre, ha superato la soglia fatidica degli anta, e (per fortuna) lavora, seppur con contratto part time.
A Genova ho respirato un'aria di fiduciosa attesa e di grande partecipazione.
Gli interventi, e mi riferisco a quelli della gente comune, non di chi appartiene al Partito o alle Parti Sociali, erano tutti molto sentiti dagli astanti, con un senso di partecipazione ed immedesimazione, anche.
Non è difficile immedesimarsi nell'operaio che fatica a mantenere la propria famiglia, specie se cassintegrato o precario.
Quanto alla figura femminile, si è parlato di Rivoluzione Gentile: molti dei cambiamenti di questi ultimi mesi sono partiti dal Se Non Ora Quando del 13 febbraio e molti dei mutamenti nel Mondo sono partiti dalle donne.
Quando una donna scende in piazza, vuol dire che il fondo è stato toccato ampiamente.
Ma devo dire che non mi sono sentita rappresentata: le donne che intervenivano erano solo precarie, under 35, presumibilmente single, senza figli.
Il leit motiv era l'impossibilità, data la precarietà del loro lavoro, ad avere figli.
E questo è condivisibile.
Meno condivisibile è però il fatto che circa 800.000 donne oggi lascino il lavoro alla nascita del primo figlio, per le maledette "dimissioni in bianco", per il mobbing o per la società che nulla offre ad una donna (madre) che lavora.
E queste sono le censite, quelle che "lasciano" il lavoro.
E quelle che lavorano in nero? e quelle che non lavorano affatto?
Avrei preferito che un solo intervento, uno solo, fosse in relazione a questa problematica, a parte l'ottima relazione della Portavoce Nazionale.
Avrei preferito sentire una voce di una donna come me, io che per pudore (era la mia prima volta) non me la sono sentita di parlare, pur avendo pronta una traccia da sviluppare, di fronte a tante personalità e a così tante persone.
Sarei stata una voce fuori dal coro, probabilmente. E avrei dovuto parlare, col senno di poi.
Sabato scorso, invece, sono andata alla Conferenza Nazionale delle Donne a Roma e lì il clima era ben diverso: donne motivate, donne agguerrite, donne arrabbiate con questo Paese che non ci tutela ed anche con un Partito che non ci considera abbastanza.
Non per niente, uno degli argomenti base di tutti gli interventi è stato il maldestro manifesto sulla Festa de L'Unità da parte del Pd romano: svilire la figura della donna in un momento in cui si riprende coscienza della dignità del genere femminile è sembrato a tutte un tradimento del percorso fatto fino a quel momento.
Ma la Conferenza è stato anche il luogo dove riaffermare le nostre istanze, più che legittime, di rappresentanza e di rappresentatività in ogni contesto sociale, dall'economia alla politica, con prospettive interessanti ed incoraggianti, addirittura.
Il luogo da cui partirà la proposta di legge di iniziativa popolare che toccherà diversi temi importanti per la nostra società, cercando di modificare una cultura che ancor oggi è maschile.
Non sarà facile, ma ci proveremo tutte.
E ci riusciremo.
Perchè siamo donne.