sabato 30 giugno 2012

Prima domenica, primo giorno di luglio

In cucina della mia casa, davanti ad una tazzina di caffè vuota, la caviglia dolorante.
Ah, sì, mettiti pure quei sandali altissimi ed ecco il risultato: ti sei slogata la caviglia. Ma non fa niente, è sopportabile e la casa, la famiglia non aspettano.
Oggi piscina con la prole, sole, acqua, chiacchiere con l'amica che tra un po' sarà già lì a prendere i posti. No, tu farai con calma, abiti ad un passo e prima ti organizzi e poi arriverai.

Tutto fluisce normalmente, in questa estate che normale non è.
Troppo caldo, tanti silenzi pieni di parole e tante parole che sembrano non bastare mai.

E anche i silenzi non bastano mai.



sabato 2 giugno 2012

Domenica mattina di inizio giugno

Sono ancora in camicia da notte. Non sono ancora le nove, ho appena fatto colazione e acceso il pc per le notizie, visto che la tv è monopolio bimbesco.
La tavola presenta i resti di una colazione finita, bicchieri mezzi pieni (o mezzi vuoti, dipende. Oggi sono mezzi pieni) di latte, vasetti di yogurt con anellini di cioccolato, biscotti e caffellatte. 
Ora mi faccio un caffè.
Una domenica come tante, la casa da sistemare, il pranzo è fatto (da ieri), qualche panno da stirare, altri da stendere.
Come tante. Forse troppe.
Stamattina andremo a Messa, Camilla ha fatto la Confessione ed è stata invitata a partecipare alla funzione domenicale. Andremo. Non ci andiamo mai, in verità. Non sono una cattolica praticante, sono una cattolica svogliata. Anzi, sono proprio svogliata in senso assoluto. Ma andremo.
Poi, all'uscita decideremo che fare e dove andare, siamo libere, lascio libere mie figlie di decidere cosa fare e dove andare. 
Probabilmente, torneremo a casa a pranzo e poi usciremo, se sono aperti i negozi ho compere necessarie e voluttuarie, soprattutto voluttuarie - quelle per me -, da fare, altrimenti faremo una passeggiata in centro. E' lo stesso, basta uscire e smettere di respirare l'aria di casa.
Intanto, insegno a Ginevra parole nuove in inglese, è curiosa, mi chiede le cose più improbabili e mi inerpico con le risposte. Anche stanotte, quando mi ha chiamata perché dormissi un po' con lei "mamma perché gli uccellini la notte non dormono e non fanno che cantare?". Ho ascoltato ed in effetti cantavano. "Perché ti cantano la ninna nanna, visto che non dormi", le ho risposto.
Vado a farmi un caffè.