- il tempo.
Non ho più il tempo da buttare, non ho più la possibilità di rinviare le decisioni, le mie settimane sono scandite dagli appuntamenti perché tu e i tuoi parenti non mi veniate più a trovare, vivo il presente come se non ci fosse il domani;
- ogni ipotetica possibilità di tornare ad essere madre. Non che lo volessi, ma un conto è essere obbligati, un conto è sceglierlo.
- l'incoscienza e il senso di immortalità: era così facile pensare che a me non sarebbe mai toccato, che sarei invecchiata tranquillamente ed "intera".
Cosa mi hai dato, invece:
- la Paura, quella vera, quella che ti fa pensare che non vedrai più tue figlie crescere;
- il Coraggio, quello che ti monta su quando sei con le spalle al muro e non hai vie di uscita e allora ti butti nel fuoco, sperando di non bruciarti troppo, e allora, poi, ti cimenti in cose che mai avresti pensato di fare, prima. Un nuovo senso di onnipotenza, insomma;
- la leggerezza di affrontare le cose più pesanti senza dar loro eccessiva importanza, che altrimenti ti farebbero affondare nelle sabbie mobili che si nascondono dietro di esse;
- saper ascoltare il tuo corpo, cosa che non avevi mai avuto la necessità di fare;
- conoscere un mondo fatto di dolore, paura, umanità, solidarietà e sensibilità, tra chi sta male e chi si prodiga, per lavoro o per missione, per la salute altrui;
- molte nuove amicizie, rafforzato alcune vecchie e eliminato scorie di relazioni di mera apparenza;
- un carattere da guerriera, che riesce a guardarsi allo specchio - e a piacersi, addirittura - pure se l'immagine riflessa non è quella che "prima" avrebbe mai pensato che avrebbe poi avuto;
- la pazienza di accettare anche l'inaccettabile.
Il sense of humour, no, quello è sempre uguale.