giovedì 4 luglio 2013

Due centimetri trattabili

Non mi è mai capitato di prendere appunti per scrivere un post, ma oggi l'ho fatto. 
Non volevo perdere mezza impressione di quanto stavo osservando, era troppo, pure per la mia memoria che funziona comunque bene.
Dunque, oggi è una di quelle giornate che ti svegli bene, poi le cose di tutti i giorni, le piccole incombenze quotidiane che da qualche mese ad ora ti riempono le ore, ti portano a stancarti e anche un po' a rabbuiarti.
Ma tant'è.
Avevi fissato un appuntamento dalla tua parrucchiera per sistemare quello che matrigna chemio sta demolendo e vai, anche se non con moltissima voglia, più che altro per la stanchezza che da giorni ti assorbe.
Arrivi, e dopo di te arrivano due persone, due donne, belle senza dubbio.
Si siedono ed aspettano come te e come le altre l'arrivo della titolare.
Quella che poi sarà l'oggetto delle tue osservazioni e l'oggetto di questo post inizia a scribacchiare su un foglio, ti sembra un'insegnante dal modo in cui scrive. Sì, sicuramente è un'insegnante, penso materie letterarie. Ha la faccia da prof di lettere. 
Si rivolge al personale dichiarando che lei non può aspettare, non può pensare di mangiare alle 2. E tu pensi: "lei". Tu stai lì che manco ti reggi in piedi, quasi, ma non per la fame, ovviamente. Ed è mezzogiorno.
Il personale cerca di rassicurarla, ma TU SAI che quel tipo di persona non si rassicura con niente, e quanto ascolterai ne sarà la prova.
E pensare che quando eri entrata un po' ti vergognavi delle chiazze che hai in testa, anche se non ci puoi proprio fare niente.
Arriva la titolare, informata della persona in questione, e le va incontro per capire cosa abbia intenzione di farsi fare.
E da lì inizia lo spettacolo.
La suddetta vuole farsi il colore, ma anche il taglio e si chiede (e chiede) perchè il colore non funzioni più sui suoi capelli (che a tuo dire non hanno niente di che..); poi vieni a sapere che su quei capelli ci ha fatto la permanente, solo che non si piaceva e quindi subito (se ricordi bene, il giorno dopo) si è fatta fare la contropermanente; la frangia così non va bene, lei la vuole più corta ma anche più lunga sui lati (la faccia della parrucchiera è tutto un programma); dietro li vuole lunghi come la parrucchiera che li ha pari sfilzati, ma lei scalati non li vuole, così li vuole pari, ma pari come la parrucchiera (che li ha sfilzati, quindi scalati); "cosa mi consigli per questa faccia orrenda?" (non è orrenda, affatto, solo magari dovrebbe fare pace con se stessa un attimo).
Tu sei lì, due sedie accanto, con la tua bandana e pensi: "ora mi faccio rapare e vivaddio che non mi vergogno più, diecimila volte meglio calva che così".
Poi prosegue: tagliami i capelli, ma non troppo, un paio di centimetri ("trattabili", pensi tu, che se glieli tagliava di più non è che avrebbe fatto un gran danno), la parrucchiera (pazientissima, non so come riesca, giuro) le consiglia di rimediare ai disastri dei colori, delle permanenti, delle contropermanenti, degli stiraggi e di chissà cosa, e le propone due prodotti. Ovviamente ne prende uno, che sennò sono cari (ma lo sai che le combinazioni shampoo + crema funzionano solo se sono shampoo + crema?), ma non lo porterà in cabina al mare sennò glielo fregano. E tu resti sbigottita.
Poi ritorna sulla frangia, tagliamela, no lasciala così, no sfilamela.
E' passata più di mezz'ora intanto. E tu, che sei stanca, che hai voglia di tornare a casa, ormai vuoi vedere la fine dello spettacolo, che ti fa divertire troppo e ti devi trattenere da rivolgere a chi hai intorno il tuo sguardo tra il divertito e lo sconsolato.
Va finalmente al lavaggio.
Tocca a te, ti fai rapare di nuovo, che questi capelli almeno caschino in modo regolare, santa pupazza.
Vai al lavaggio (del cuoio capelluto, ormai), ti fai applicare una crema idratante (che almeno la boccia sia lucida, no?) e niente, la tua vicina, LEI, continua a sindacare sui prodotti per lavare i capelli.
Non ce la fai.
Ti fai asciugare, non rimetti la bandana e saluti uscendo.
"Hai proprio un bel cranio": ti dicono.
"Dentro e fuori": rispondi.
Ti è venuto il buonumore.


(Santa la mia parrucchiera e tutto lo staff)