sabato 23 ottobre 2010

La valigia

Non sono fatta per restare fissa in un luogo. Me ne rendo conto.
Da quando ho lasciato casa dei miei, ormai un secolo fa (quindici anni fa) non sento di essere più legata a nessun posto.
Mi sento sempre pronta ad andare via, a fuggire forse da un qualcosa che non mi appartiene.
Non passa settimana che non progetti uno spostamento, anche breve, anche di un solo weekend. Anche da sola, in compagnia di un buon libro da leggere in treno, in pace.
Non so come facciano quelle persone che non amano viaggiare, che sentono la necessità di infilarsi in casa, nella città dove sono nati e guardano con sospetto chi invece non si dà pace.
Ecco, non mi do pace, forse.
Ma non sopporterei l'idea di restare ferma in un solo luogo tutta una vita.
L'unica cosa che mi frena, per il momento, sono le bambine.
Stanno bene qui? ed allora restiamo qui.
Ma se si dovesse ravvisare l'opportunità, me ne andrei senza dubbio.
Dove? non so, forse vicino al mare.
O in una città d'arte. Ma non questa dove vivo.
Una un po' più grande, con una mentalità più aperta e disponibile agli altri, ai "forestieri piovuti", come dicono qui.
Io sono "piovuta", ma non mi assimilo, come la pioggia, al terreno.
Anzi, cerco, come un piccolo fiume, il mio mare. Mare che ancora forse non conosco.
E così mi sento sempre pronta a preparare una valigia.
La mia valigia preferita, infatti, non è mai riposta in qualche luogo della mia casa, da riprendere l'estate successiva o alle prossime ferie.
E' invece sempre lì, pronta, addirittura con qualche cosa già all'interno, disponibile ad ogni occorrenza eventuale.
E non è detto che presto non l'accontenti.
Magari in un'altra vita passata sono stata un navigante e mi è rimasto questo ricordo.
Non so, ma la mia valigia è lì e mi aspetta.

venerdì 22 ottobre 2010

Tiromancino - La Descrizione Di Un Attimo

Robbie Williams - Heart And I

Ma si può incominciare ogni telefonata con un "a' matta, che stai a fà?"

Credo che tra me e Barbara sarebbe meglio ci fosse un telefono rosso, tipo quello che collegava Mosca a Washington.
Lo so, è arduo come paragone, ma penso che se costruissimo una linea diretta Lucca-Cobh a spese nostre, risparmieremmo senz'altro rispetto alle bollette che prevedo ci arriveranno.
Ormai siamo ad almeno una telefonata al giorno, se non ci sono problemi, altrimenti arriviamo anche a tre. Con le conseguenze che mi attendo, a breve...
Ma è come se avessi quella sorella che non ho mai avuto, ormai parliamo di tutto, non solo degli argomenti che normalmente si potrebbero trattare tra due persone che si conoscono da meno di due anni, o forse poco più, boh; che si conoscono, poi, solo in via virtuale, al massimo al telefono.
Mai viste di persona, mai abbracciate, mai niente di niente di tattile e fisico. Eppure abbiamo anche lo stesso profumo, addirittura.
Non vedo l'ora di incontrarla.
Mi immagino una scena tipo che scendo dall'aereo e mi trovo lei che, con i lucciconi agli occhi, mi viene incontro, come al rallentatore, come in quegli sketch comici di Raimondo Vianello e la Mondaini, dove alla fine non si abbracciano.
Siamo talmente fuori dagli schemi che una scena del genere non sarebbe da sottovalutare.
Ma non vedo l'ora di strapazzare quella sorellona (in senso fisico, è senz'altro più giunonica di me, anche se la più "matura" sono io.. sigh) di baci. E mi immagino un paio di giorni in Irlanda, giorni pieni di allegria e chiacchiere fino a notte inoltrata.
Perchè mica vorrai lavorare in quei giorni, spero...
Barbara, tanto lo so che sbirci pure qui, me l'hai detto tu poco fa, sappi che se rinasco non mi scappi neanche tu.
Intanto rinasco sicuramente lesbica e quindi sei fritta (poveri i tuoi spasimanti sparsi per l'etere facebookkiano, nemmeno in un ipotetico futuro avranno una qualche minima speranza), ma, in ogni caso, mi accontenterei di avere una sorella come te.
Ti voglio bene, 'a matta!