martedì 27 maggio 2014

Il prestito

Ho capito una cosa recentemente: il nostro corpo è in prestito.
Non è nostro, non ne possiamo fare quello che vogliamo, e non sappiamo nemmeno quando lo dovremo restituire.
Ci è dato più o meno integro, funzionante, bello o brutto, con difetti di fabbrica o perfetto, ma quello è e quello ci teniamo.
Poi arriva un momento che s'inceppa, si guasta, si rompe e allora il fabbricante ne riprende un pezzo o tutto, a seconda del danno, e non ce lo ridà più. 
A volte capita che fa in modo di sostituirne i pezzi, ma fuori garanzia.
Quest'idea bislacca (ma mica tanto poi) mi è venuta in mente l'altro giorno, quando ho presentato un libro e l'altra presentatrice si rivolge a me e all'autrice dicendo che avevamo le tette nuove e, d'impeto, ho risposto "no, queste sono le mie, per ora".
Quel "per ora" mi è risuonato più volte in testa ed ho capito che ho ormai fatto mia la consapevolezza che presto o tardi potrò perdere il mio seno, a cui manca un pezzetto, quel pezzo che inceppava tutto il mio corpo e l'avrebbe bloccato per sempre.
Vabbè, per ora ce l'ho e me lo tengo e poi non è nemmeno così malaccio. 
Se mai mi capiterà di smontarlo dal corpo, probabilmente realizzerò un desiderio, ridurmelo. 


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