Lettera aperta al
Vicepresidente Luigi Di Maio:
Ho letto il Suo post ieri e
ho sgranato gli occhi: "lobby dei malati di cancro".
Sì, lo so che la Sua è stata
una svista, ha scritto questo per intendere altro, per dire che siamo una lobby
buona, non come quei cattivacci che vogliono mettere gli inceneritori, lo so
che il Suo è stato un lapsus, so tutto.
Però l'ha detto, no, l'ha
scritto su Facebook. Buffo, uno scrive e non rilegge. Eppure io quando scrivo i
miei post, banalissimi per carità!, li rileggo, tolgo la "è" quando
il T9 me la mette al posto della "e" congiunzione, correggo le
virgole, cerco di evitare ripetizioni e ridondanze. Però non sono
Vicepresidente della Camera e ho senz'altro meno da fare di Lei, lo riconosco.
Quello che però non
riconosco è il concetto di "lobby" applicato ai malati di cancro,
quello proprio no, né nel bene, né nel male.
Le spiego in due (pure qualcuna in più) parole.
Vede, io faccio parte di
questa lobby e la mia data di iscrizione è il 22 marzo 2013, quando ho saputo
che nel mio seno destro c'erano delle cellule fuori posto, impazzite, che
andavano tolte e sterminate in tutto il mio corpo.
Da più di tre anni sono
stata iscritta a questa lobby contro la mia volontà, non la conoscevo nemmeno
io, è una specie di setta segreta dove passano le informazioni più strampalate,
ma anche tante informazioni che i canali cosiddetti ufficiali non forniscono.
Chi ti dice che devi controllarti seriamente ogni anno, chi ti dice che alle
prime avvisaglie devi andare a farti fare un'ecografia? nessuno, nessuno di Voi si prende la briga di attivare percorsi informativi sui media che abbiano
ricadute efficaci sulla popolazione, specie quella più giovane o quella più
anziana.
Sa, Vicepresidente, che ci sono donne che non vedono un ginecologo da
decenni, magari l'ultima volta l'hanno visto quando hanno partorito? poi non
parliamo degli uomini, che guai a farsi vedere lì, ne viene meno la loro
mascolinità, se poi magari il medico è donna, allora davvero non va bene.
Invece noi della lobby
segreta sì, ci attiviamo per far sì che il nostro club sia davvero esclusivo,
ci siamo noi e non ci deve entrare nessun altro o nessun'altra.
E divulghiamo le nostre
conoscenze ovunque, alle nostre amicizie dirette, sui social, sulla stampa,
ovunque possiamo, pure al supermercato, pensi un po'.
Vede, se fossimo davvero una
lobby, in Italia avremmo molto di più: avremmo centri di diagnosi e cura validi
ed efficienti sparsi uniformemente su tutto il territorio nazionale e collegati
fra loro, senza più i costosi viaggi della speranza nei centri del nord e
centro Italia; ogni Regione fornirebbe le parrucche per l'alopecia in maniera
gratuita, senza differenze, come invece accade oggi, dove io in Toscana l'ho
ottenuta gratis, ma chi vive al Sud (ma mi risulta pure nel Lazio, tanto per
citare il Centro Italia) deve comprarla (e a prezzi molto elevati); non ci
sarebbero distinzioni fra chi ha l'opportunità di vedersi prescrivere gli esami
di screening senza problemi e chi invece deve chiederli come favore personale o
addirittura pagarsene alcuni; ogni malato dichiarato invalido avrebbe diritto a
viaggiare gratis sui bus e non a seconda del luogo di residenza; non si
dovrebbero pagare i farmaci per le terapia, con la scusa che sono gli
originali, ma che per noi sono insostituibili; insomma, questi esempi per far
capire che ci sarebbe molta più equità tra iscritti alla lobby, se questa
esistesse.
Invece,
noi che facciamo parte della lobby, secondo lei, ogni giorno dobbiamo
affrontare chi si trova all'ingresso di questo mondo, ha paura e sente parlare
di vita stravolta, di morte, di cure alternative e pericolose, dobbiamo
rassicurarlo/a e condurlo per mano nei vari percorsi che saranno davanti a
lui/lei. E allo stesso tempo, lavoriamo tutti perché altre persone non vengano
iscritte d'imperio a questa lobby, favorendo la promozione del tema della
prevenzione e della diagnosi precoce, con attività che nessuno ci retribuisce,
a volte nemmeno con un grazie, e che spesso, interventi improvvidi e un po' (me
lo consenta) superficiali come il Suo rendono inutili.
Ma non si
preoccupi, continueremo nella nostra strada, magari se ci dà una mano,
concretamente, visto il Suo ruolo, Gliene saremmo grati e grate. Guardi, può pure non dire nulla, il silenzio aiuta in certi casi, quando non si sa cosa dire.
Sennò fa lo
stesso, noi siamo una lobby potentissima, lo sa.
Con
ossequi,
Daniela
Grossi
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