giovedì 23 settembre 2010

Spiragli di alba

Era febbraio. O forse marzo. Ma non più tardi di marzo, sicuramente.
Carla era sotto KO, dopo un uno/due degli ultimi mesi che la stava mandando giù. E l'ultimo colpo non era stato più forte degli altri, era solo stanca e quello fu solo un semplice sgambetto fatto da chi non aveva altre armi da usare.
Stava per rovinare a terra, ma a sostenerla trovò un'amica che le porse subito la sua mano in aiuto e non le fece toccare il suolo.
Tutt'intorno il silenzio. Solo lei, la sua amica, sapeva e capiva cosa le stesse accadendo.
Carla si rialzò in piedi, si risistemò, si guardò allo specchio e vide che non c'erano rimasti troppi segni sul volto.
Dentro era colpita, ma più nell'orgoglio che nel cuore.
Il cuore non c'era più da tempo.
"Vabbè", pensò, "l'hai voluto tu. E poi, guardalo bene, che te ne facevi di uno così?"

Ricominciò a percorrere la sua strada in solitaria.
Non si era accorta di chi le fosse accanto. La gente intorno non le interessava di certo.
Non si era accorta che qualcuno le si stava intrufolando nella sua vita, senza che lei ne avesse percezione.
Forse era ancora stordita.
Quando se ne accorse, era tardi. Quel qualcuno si era impossessato dei suoi pensieri.
Nel corso del tempo, anzi quasi subito, non appena capì, provò ad allontanarlo, ma non ci riuscì.
Pensò molto spesso a come fare per mandarlo via da sè, non era proprio il caso di rinfilarsi in una situazione del genere.
Allora decise di fare il contrario di ciò che avrebbe voluto, lasciò che se ne impadronisse.
In fin dei conti, cosa sarebbe cambiato? nulla. Alla fine se ne sarebbe andato da solo.
E il tempo scorse via. Scorse via tra liti, silenzi (pochi), incontri, sorrisi.
Ma quel qualcuno restava lì, non se ne andava.
Intanto nella vita di Carla, altre persone si affacciavano.
E lei sperava che alcune di loro riuscissero in ciò in cui lei non era riuscita, farlo andare via.
Una di queste le suscitava tenerezza, addirittura. Forse sarebbe stata la persona giusta, forse.
Ma più pensava a questa persona, più le accadeva che, virando il pensiero verso chi era padrone di lei, le uscisse un sorriso.

Era notte fonda, ormai.
Si addormentò sorridendo.

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