lunedì 2 maggio 2011

Distorsioni mentali

Uso questo blog relativamente poco, sono più un animale da social network, come i miei amici di Facebook non possono non aver notato.
Devo però dire che il social network per eccellenza mi sta abbastanza stancando, nelle sue solite dinamiche.
Persone che si danno del tu immediatamente, che quando si conoscono personalmente sembra che si conoscano da sempre, che però trasferiscono nel mondo concreto gli atteggiamenti e i comportamenti che hanno nel mondo virtuale. Che quando si parlano al telefono, come capita spesso quando si vuole approfondire una conoscenza, specialmente prima dell'incontro vero e proprio, non fanno altro che parlare di quel dato contatto, di quel commento o di quel link messo appositamente per provocare una certa reazione. E poi c'è l'incontro umano, che non fa altro che replicare, de visu, quando scritto al computer o detto al telefono. Punto.
Sembra si sia costruita una vera amicizia, invece non si è costruito un bel niente. Le amicizie, quelle vere, scaturiscono dai piccoli passi nella conoscenza: non basta condividere un certo genere musicale, la passione politica o l'amore per un genere letterario. C'è dell'altro nelle vere amicizie. Quella cosa che ti fa pensare ad un amico anche quando passano mesi (e anche anni) prima di risentirsi o di rivedersi.
E poi, sul social, c'è quella diffidenza di base che incrina anche i rapporti apparentemente più solidi, che li incrina a tal punto che puoi premere anche il tasto "rimuovi".
Rimuoveresti mai un vero amico (ma si può dire "rimuovi" riferito ad un vero amico? non è un soprammobile che sposti dalla vetrina alla mensola) perchè la pensa diversamente da te o perchè tu credi che con quella scelta musicale (magari ha appena messo un cd con delle canzoni che potrebbero lanciare messaggi in codice, come invece si interpretano i link musicali su fb) lui ti abbia voluto lanciare un messaggio, senza dirtelo apertamente?
Non è vera amicizia quella che nasce e si sofferma su Facebook.
La vera amicizia è quella che non ha bisogno di leggere su di una bacheca cosa tu stia facendo, pensando o scrivendo o cosa tu non stia facendo; non ha bisogno di sollecitare con una mail una risposta; ma è quella che ha bisogno di un gesto carino (e non delle mille applicazioni di baci, regali, fiori e altre amenità), di una telefonata, di una visita, anche inaspettata, solo per sapere come va, come si stia, e non perchè da uno status si è capito che qualcosa è accaduto.
La vera amicizia ha bisogno della presenza, soprattutto fisica quando e se possibile.
Il resto è aria fritta. No, sono "contatti", che si scollegheranno, disperdendosi, il giorno in cui chi amministra Facebook (o qualunque altro social network) si stancherà del gioco e ci "rimuoverà".

2 commenti:

  1. Le amicizie, quelle vere, possono nascere anche attraverso i social network o i blog, ma solo seguendo i passi lenti, faticosi e circospetti delle amicizie nella vita reale.
    La mia compagna l'ho conosciuta attraverso FB, ma prima che ci mettessimo insieme ci siamo frequentati per due anni attraverso skype divenendo amici fraterni e confidenti.
    Tutto il resto è solo conoscenza superficiale, visibilità effimera che si esaurisce nel momento stesso in cui non dai più spettacolo, non offri in pasto novità, intrattenimento, spunti di conversazione.
    Condividere i propri interessi in una comunità allargata è indubbiamente gratificante, non fosse altro perché il self-service informativo non offre solo frescacce sgangherate che ti strappano un sorriso, ma anche spunti che ti intrigano o ti spiazzano.
    Tutto questo circo luccicante diverte, alleggerisce il carico quotidiano di stress; non di meno è un surrogato della compagnia, delle amicizie reali di cui scrivi in questo post.

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  2. Hai ragione, è proprio quella conoscenza superficiale che mi disturba. Se e finchè sei un clown vai bene, altrimenti dai fastidio...

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