sabato 26 maggio 2012

Un fiore

C'è una canzone. 
Una, quella. Quella che qualche anno fa la sentivi sempre alla radio, in tv, nelle filodiffusioni dei super, ti sembrava di sentirla ovunque. 
Quella che quando la sentivi in auto ti veniva automatico seguirla cantando, il perché non  lo so, era così, punto e basta.
E quando lo raccontavi, che la cantavi, trovavi lui che si stupiva, e che ogni tanto ti richiedeva il titolo, probabilmente gli sembrava strano che tu ti mettessi a cantare a squarciagola nel chiuso della tua auto (proprio al chiuso non eri, visto che spesso - era primavera, lo ricordi bene - i finestrini erano abbassati).
Quella canzone.
E lui tu non lo conoscevi, l'hai visto una volta, in mezzo a centinaia di migliaia di persone. 
Ti chiamava, però, e prima di telefonarti ti chiedeva il permesso, con educazione e discrezione.
E poi quelle telefonate, quel "Daniè, ma che ti frega?", con quel distacco di chi vive al Sud, poco più a sud della tua città d'origine, con quel distacco di chi ha già provato tante fregature della vita, anzi, ha provato la Fregatura, a trent'anni, ed è riuscito a fregarla lo stesso, non poteva non essere più furbo di lei, in effetti.
E poi se ne è andato, una notte, in silenzio.
E mi resta quella canzone, che mi ricorda di una persona gentile, che sapeva guardare alla Vita come io ancora non riesco a fare.

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