lunedì 17 febbraio 2014

La pazienza

È straordinario come improvvisamente tutto ti appaia non urgente, non indispensabile (no, aspetta! L'orecchino che hai perso ieri è indispensabile e allora hai ricomprato la coppia), comunque incapace di farti irritare o sgomentare.

Passare mesi tra ansia, dolori, cadute di capelli, ciglia, sopracciglia, unghie, ustioni e debolezze varie e comprendere che nulla sarà più come prima e che il tuo braccio destro assomiglia più ad una fisarmonica che al suo fratello sinistro ti fa capire che sei cambiata, fuori, ma soprattutto dentro.

Non dormi la notte, e pensi.
Pensi che vuoi quell'abbraccio bambino che ti rassicura, tu madre rassicurata da un abbraccio di tue figlie. Ci sei e ci sei per loro. E le chiami, per fartelo dare, e poi riprendere il sonno.

Sei un'egoista, forse. Ma non t'importa.

E sembra che il mondo ruoti a prescindere da te, cioè sei tu a prescindere dal mondo.
Ogni tanto ti affacci, osservi, saluti chi ti pare, non rispetti più le convenzioni di "prima", e poi richiudi la finestra.
E più vai avanti e meno compromessi accetti.

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