giovedì 15 marzo 2012

Malattie da social network (3). Il pokismo.


La carrellata di socialpatologie prosegue.
Ora è la volta del pokismo.


Per chi non conosce cosa sia il poke, illustrerò in poche parole questa funzione dai più trascurata, perché apparentemente inutile. Apparentemente, perché avrebbe la finalità, attraverso la pressione dell'apposito pulsante, collegato ad un certo utente, di sollecitare l'attenzione di quest'ultimo verso l'autore del poke, appunto.
Una sorta di squillo, di "toc toc, mi consideri?", insomma.

Il pokista è spesso un malato cronico, di genere per lo più maschile, che rivolge il suo agire verso l'altro sesso, convinto che questo non aspetti altro che venir sollecitato da tali attenzioni.

Peculiarità del pokismo, rispetto alle patologie precedenti, è che non è virale, non si diffonde, anzi il pokista in genere viene subito posto in quarantena, isolato, attraverso la non risposta al poke, normalmente ignorato o addirittura cancellato (cliccando sulla x che segue il "rispondi al poke").

E' stata sviluppata persino una terapia d'urto, definitiva, che consiste, dopo una prima cancellazione dall'elenco amici, nel segnalare (e poi bloccare) come molestatore (e far segnalare da altre persone, bastano circa 30 segnalazioni e la terapia diviene efficace) il pokista che, non avvedendosi di essere malato, prosegua nel suo operato, cercando vanamente di infettare il destinatario del poke stesso. Attraverso questa metodica, il pokista viene eliminato dal social e confinato nel mondo reale, fintantoché non si ricrei una nuova identità, riallacci nuovi legami virtuali e provi a riprendere l'attività interrotta.
Ma necessariamente decorre del tempo prima che accada di nuovo e questo può far sperare in una riabilitazione pressoché completa.

Passiamo ora alla definizione delle varie tipologie di pokista:


1) pokista "da rimorchio": è la più classica, consiste nel cercare (maldestramente) un avvicinamento all'altro genere, pensando di essere simpatico. Il pokista da rimorchio normalmente si attende una risposta, che può essere: un altro poke, un mipiace buttato là (v. altro post dedicato) solo al fine di zittirlo (ma in genere si ottiene l'effettoopposto) oppure, il caso più frequente, ovvero (come illustrato sopra) la cancellazione del poke, fino ad arrivare alla segnalazione, al blocco, passando per la cancellazione dall'elenco amici (più precisamente, contatti).


2) pokista "ping pong": è il pokista che si diverte come fosse uno dei partecipanti ad una partita di ping pong.  Fa partire il primo poke, attende la risposta, questa arriva, risponde, e così via. Al termine non c'è nessun vincitore. Non si capisce il senso logico di un tale gioco, ma stiamo pur sempre nell'ambito di malattie.


3) pokista "da competizione": è chi colleziona poke, fino ad averne anche una cinquantina da cinquanta persone diverse. Attende di avere un numero congruo di poke, poi esegue uno screen shot della sezione relativa, la pubblica sulla sua bacheca, tagga i nomi dei partecipanti, li ripoka ed attende le risposte e sui commenti e con i poke. E poi prosegue. Chi colleziona più poke vince. Cosa vinca non è dato sapere.


4) pokista "non sono tuo amico, ma se ti poko mi aggiungi?": immaginate l'esito. Ban immediato.


Nel prossimo capitolo analizzeremo gli utilizzatori di chat.
Stay tuned.



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