mercoledì 18 aprile 2012

Angolazioni e prospettive, distorte e contorte (dipende)

Sono diversi mesi che la mia vita è cambiata.
Non in peggio, non in meglio. Cambiata e basta.

Altri impegni, altri pensieri, altre persone, volti e voci diversi, nuovi, piacevoli talora e spiacevoli talaltra, persone effimere nella tua esistenza e altre che forse rimarranno anche "dopo".
Impegni che sostituiscono altri meno urgenti e meno importanti, oppure che si affiancano e si sovrappongono alle usuali incombenze.

Non vivi per la politica, vivi per il lavoro, per la famiglia.

Sei una persona normale con interessi normali prestata a questo mondo speciale per qualche mese, forse qualche anno, non di più. Sei prestata agli altri, insomma.
Ti metti in gioco, sapendo che è un gioco a termine e non avresti partecipato, se fosse stato diversamente.
Ed è per questo che sei sempre un po' alla finestra, da osservatrice-giocatrice.

C'è chi ti vorrebbe coinvolgere di più e un po' lo fai, ma il passo indietro resta, è il filo che ti tiene legata al mondo reale, quello che vorresti cambiare, non perdendo il contatto con ciò che tutti i giorni ti circonda: il tuo mondo, il mondo di tutti, i tuoi affanni, gli affanni di chi vive la tua vita, che non è né speciale né unica.

E' la vita di chi affronta il mondo con mille peripezie, tra un lavoro (che hai dovuto scegliere part time obbligatoriamente, come molte altre donne), la famiglia e le briciole del resto.

Ed è forse per questo che appari strana a chi del tuo mondo non fa parte.


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